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Eventi e rievocazioni, tra storia e tradizione

 

«Benedetti toscani! Sempre pronti alla rissa di campanile, alla battuta, alla pugnalata verbale, all’ingiuria da lanciare – in lingua e pronunzia perfetta (“lingua senese e bocca pistoiese” insegna un altro proverbio, ignorato peraltro dal Manzoni sciacquatore di panni in Arno) – oltre la linea dei colli casalinghi, nell’aria tersa e buona conduttrice della campagna, perché colpisca e sfondi le mura di cinta del popolo più vicino, e perciò del popolo più avversario e più avversato».

Questo e molto altro ha scritto Giorgio Batini, giornalista nato a Reggello nel 1922 e che fu tra l’altro capocronista e inviato de La Nazione. Nel suo “Toscanacci, storie curiose delle risse di campanile” c’è tutta la nostra anima. Quella a tratti chiassosa ma garbata, quella ironica e pungente, quella della lingua italiana che sopravvive nel vernacolo. Sì, perché mentre nelle altre regioni si parla di dialetti, qua le parole trovano in ogni località, città o borgo o campagna che sia, sfumature inedite dell’italiano (che non ha caso ha origine nel toscano volgare del trecento). Insomma, è anche per questo che in Toscana si parla di vernacolo e non di dialetto.

Un’origine antica che sopravvive non solo nella lingua, ma anche nelle tradizioni. Che, guarda caso, spesso hanno a che fare, se non proprio con la conflittualità, almeno con una sana rivalità. Tra quartieri, rioni, contrade. Uno contro l’altro, in competizioni che oggi trovano per lo più la forma delle rievocazioni storiche. Lo si chiama appunto campanilismo, perché si consuma proprio all’ombra del (proprio) campanile. Ma alla fine, comunque vada, la rivalità si trasforma in convivialità e l’avversario diventa magicamente commensale.

In un terra come quella toscana, così ricca di storia, il passato ha trovato continuità nelle rievocazioni, che spesso mantengono viva la memoria di ciò che è stato. E così le città e gli antichi borghi, col paesaggio che li circonda, diventano teatro di eventi che continuano a preservare il fascino di un tempo che in Toscana sembra non essere mai stato dimenticato.

Eventi e feste popolari

Palio di Siena – Non possiamo certo definirla una rievocazione, perché a Siena il Palio si corre ininterrottamente da più di un secolo. Come festa senese esiste dal Seicento, ma le corse tra cavalli esistevano già nel 1200. È una competizione tra Contrade e si svolge due volte l’anno: il 2 luglio (in onore della Madonna di Provenzano) e il 16 agosto (in onore della Madonna Assunta).

Capodanno pisano – Tutto ha origine col “calendario pisano”, che fino alla metà del XVIII secolo faceva iniziare l’anno il 25 marzo. Oggi l’evento è preceduto da un corteo storico della Repubblica Marinara.

Giostra del Saracino (Arezzo) – Nonostante le sue origini medievali, il torneo equestre contrappone i quattro quartieri in cui è suddivisa la città e si disputa dal 1931, due volte l’anno (giugno e settembre).

Settembre lucchese – Un mese di eventi tra fede, storia e cultura. Tutto ruota attorno alla festa della Santa Croce, che si celebra il 13 settembre con la processione per le vie del centro storico, seguendo il tradizionale percorso dalla chiesa di San Frediano alla Cattedrale di San Martino.

Palio del balestrieri – Si rievoca sia a Lucca sia ad Arezzo. Al “Palio della balestra di Santa Croce”, gara di tiro fra i tiratori dei terzieri cittadini, si aggiunge il “Palio della balestra di Sansepolcro”, che mette a confronto i balestrieri toscani con quelli umbri.

Calcio storico fiorentino – Tutto ha origine col “calendario pisano”, che fino alla metà del XVIII secolo faceva iniziare l’anno il 25 marzo. Oggi l’evento è preceduto da un corteo storico della Repubblica Marinara. La finale si svolge in piazza Santa Croce, a Firenze, il 24 giugno (giorno del patrono San Giovanni Battista).

San Ranieri (Pisa) – Con la luminara del 16 giugno hanno inizio i festeggiamenti in onore del patrono San Ranieri. Quattro imbarcazioni, che rappresentano i più antichi quartieri cittadini, disputano sull’Arno la Regata di San Ranieri. Infine, l’ultimo sabato di giugno, a Pisa si rievoca la battaglia medioevale col “Gioco del Ponte”.

Scoppio del carro (Firenze) – È una manifestazione che si tiene ogni domenica di Pasqua in piazza del Duomo. La sua origine risale ai tempi della prima crociata.

Carnevale di Viareggio – La sfilata dei primi calessi (poi carri) risale al 1873. L’uso della cartapesta è diventata una vera e propria arte; dal 2001 la costruzione dei carri mascherati avviene nel complesso della Cittadella. Durante il carnevale – quello dei Viareggio è uno dei più importanti al mondo – si svolgono feste nei rioni cittadini.

Palio Marinaro (Livorno) – È la più classica delle gare livornesi. Il trofeo, che conclude la stagione remiera, si svolge ogni anno nel tratto di mare al largo della Terrazza Mascagni. Al Palio partecipano otto rioni che gareggiano sui gozzi, imbarcazioni a dieci remi.

Tra le altre manifestazioni del territorio vale la pena menzionari il Palio di Fucecchio‎, Palio dei Micci‎ (Querceta), il Palio di Buti‎ (Pisa) e il Palio Marinaro dell’Argentario.